Percorso di psicoterapia

Nella mia pratica clinica, adotto un modello di Psicoterapia a orientamento  psicodinamico relazionale. Si tratta di un approccio  che deriva da un’integrazione di concetti, teorie e tecniche provenienti da tradizioni psicoanalitiche differenti: la scuola delle relazioni oggettuali (W.Fairbarn, D.Winnicott… ), la teoria interpersonale di H.S. Sullivan, la teoria dell’attaccamento di Bowlby, la psicologia del Sé di H. Kohut, l’intersoggettivismo (R.D.Storolow, G.E.Atwood, Jessica Benjamin…).

Altri contributi importanti per l’approccio relazionale sono quelli derivanti dall’infant research e dall’infant observation (D.Stern, B. Beebe,F.M. Lachmann, Ed.Tronick, Louis Sander).

In questo approccio si enfatizza l’importanza delle relazioni negli gli esseri umani. Le relazioni, come sappiamo, sono “il sale” della nostra vita, ci fanno gioire, ci fanno preoccupare, ci possono intristire, a volte ci tormentano. Siamo esseri sociali e gli eventi che capitano entro i nostri legami con gli altri, nella famiglia, con gli amici, sul lavoro, con i nostri partners, riempiono la nostra mente. Le nostre relazioni, sia quelle presenti, ma anche quelle assenti o desiderate, sono  la fonte principale dei nostri disagi.

Le relazioni,inoltre, non sono solo la fonte di tanti sentimenti ed emozioni ma anche l’origine del nostro stesso carattere.  È nelle esperienze affettive fatte nel passato, che troviamo la  fonte della nostra personalità: noi siamo il frutto di tutte i legami, che abbiamo avuto fin dal primo gemito: le nostre modalità, il nostro modo di vedere e vivere le cose, la nostra specifica affettività, hanno origine relazionale.

Per questo, se siamo un prodotto delle relazioni affettive,  è solo entro una relazione particolare,  quella terapeutica, che è possibile modificare qualcosa di noi quando non funziona e ne soffriamo.

La psicoterapia

La parola psicoterapia, non a caso, è composta da due particelle: psico e terapia. La prima indica la mente, con il suo funzionamento e i suoi prodotti:  i pensieri, le emozioni, i sentimenti, i comportamenti, le relazioni.

La seconda indica che questa pratica  interviene se la psiche si “ammala”, se c’è qualcosa che non va, quando abbiamo a che fare con gradi insostenibili di disagio, paura e rabbia.  Oppure quando i pensieri cessano di essere mezzi per confortarci, per consigliarci, per aiutarci e diventano invece invadenti, fonti di ansia, tristezza colpa, vergogna. O ancora  quando i comportamenti  si tramutano in azioni coatte e incomprensibili, anche ai nostri stessi occhi.

La psicoterapia ha la funzione di curare la mente quando questa manifesta una qualche sofferenza classificata come sintomatologia. Schematicamente possiamo dire che, se il cardiologo è il medico del cuore e il neurologo quello del cervello, lo psicoterapeuta è il medico della psiche.

Come funziona la psicoterapia?

I meccanismi di funzionamento della psicoterapia, ai fini della cura dei vari disturbi psicologici, non sono ancora così  chiari: sappiamo con certezza, grazie a moltissimi studi, che è efficace, ma per ora è possibile solo fare delle ipotesi su come essa possa giungere a una remissione dei sintomi.
La spiegazione più accreditata si richiama alla plasticità del nostro cervello. Sappiamo infatti dalle neuroscienze, che il cervello non è l’organo  immodificabile che si pensava un tempo. Oggi abbiamo capito che, attraverso specifici addestramenti e nuove esperienze, è possibile creare negli esseri umani nuovi circuiti neuronali , che vanno a costituire substrati organici mai esistiti prima, capaci di fondare inedite abilità.

Siamo sempre più vicini a potere affermare, con ragionevole certezza, che la psicoterapia può modificare gli stati patologici della mente perché plasma circuiti cerebrali alternativi che si accostano a quelli che hanno implementato i disturbi, come per esempio l’ansia, la depressione, le fobie, ecc. Queste inedite catene circuitali di neuroni, saranno in grado di modulare, e in certi casi spegnere, in modo duraturo, le vie cerebrali attive nel creare la sofferenza. Possiamo quindi dire che la psicoterapia è un’attività che usa la relazione analitica tra terapeuta e paziente per “riprogrammare” la psiche, che è in grado di fondare nuovi “codici”, nuove soluzioni in grado di sostituire i vecchi “algoritmi” affettivi, quelli che si sono rivelati disfunzionali e fonte di sofferenza, perché derivanti da relazioni ed esperienze originarie inadeguate.

La psicoterapia psicodinamica

Esistono differenti approcci alla psicoterapia, che a loro volta utilizzano riferimenti teorici e metodologie molto diverse tra loro. Gli orientamenti più importanti sono quello psicodinamico, quello cognitivo-comportamentale e quello sistemico.

Mi soffermo su quello psicodinamico perché è l’approccio che utilizzo quotidianamente nella mia pratica clinica.
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La psicoterapia psicodinamica a orientamento relazionale

L’approccio che utilizzo nel mio lavoro di psicoterapia è un approccio psicodinamico e relazionale, perché mette al centro la dimensione delle relazioni.

Ognuno di noi nasce con una serie di strutture organiche, ma ciò che ci fa diventare davvero ciò che siamo – ciascuno con le proprie caratteristiche, le sue particolari sensibilità, i propri punti di forza e di debolezza –, sono le relazioni che intratteniamo fin dalle prime ore di vita.
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