Metodo

Nel mio lavoro uso un approccio integrato supportivo-espressivo alla psicoterapia, che favorisce un nuovo equilibrio emotivo, derivante dall’acquisizione di differenti modalità nell’affrontare le situazioni, dall’elaborazione di nuove abilità relazionali e soprattutto da una maggiore consapevolezza di sé.

La psicoterapia non è un’attività rigida: non tutti i pazienti hanno gli stessi bisogni e ciò che è efficace e utile per una persona può non esserlo per un’altra. Io lavoro insieme al paziente considerandolo come una persona unica, con una sua specificità individuale. Il primo obiettivo che mi pongo è quello di individuare il percorso più utile per quella, e soltanto per quella, persona.

L’approccio che utilizzo viene definito supportivo-espressivo perché gli ingredienti fondamentali di questo modo di fare psicoterapia sono due: da una parte il supporto alla persona che vive un momento di particolare difficoltà e debolezza; dall’altro il polo espressivo si riferisce al capire, insieme al paziente, cosa succede, trovare spiegazioni per la sofferenza provata e modi per stare meglio. Con ogni paziente e in ogni momento della terapia cerco di dosare opportunamente le quote di supporto e di analisi da proporre per un intervento che integri aiuto e cambiamento. Così cerco di andare incontro alle necessità specifiche di quel particolare soggetto, in quel particolare momento.

Quando mi prendo cura di un paziente mi impegno ad aiutarlo, a lavorare in direzione dei suoi obiettivi in uno spazio sicuro, confortevole e riservato; cerco di consentirgli una comprensione della sua situazione e di se stesso. Lo appoggio nell’affrontare i problemi, nell’accettare le verità dolorose, quando necessario, lo conduco a ritrovare le proprie risorse interiori profonde, a volte sconosciute, con cui affrontare attivamente e con coraggio le situazioni che possono sorgere nella vita e che possono metterlo in difficoltà.

Aiuto inoltre i miei pazienti a capire come le loro esperienze e le loro relazioni passate influenzino e a volte determinino ciò che essi sono adesso, i loro sentimenti, cognizioni, comportamenti. Li aiuto a liberarsi dalla prigionia di schemi affettivi e relazionali inconsapevoli, che sono alla base della loro sofferenza e che condizionano pesantemente la vita emotiva e relazionale. Li aiuto a sviluppare strumenti per affrontare le situazioni di vita attuali con modalità più funzionali, adattive e meno dolorose.

Il rinnovamento che ne deriva scaturisce dalla individuazione e dalla rimozione di vincoli e ostacoli, interni ed esterni, che impediscono la realizzazione di sé.

Il percorso analitico consente al paziente di acquisire consapevolezza degli effetti che gli altri sortiscono su di lui e viceversa, di comprendere da dove vengono il proprio modo di essere, i propri comportamenti e reazioni; di capire il senso della sofferenza provata, della tristezza o della rabbia, e soprattutto di fare esperienza di come tutto questo possa essere modificato.

I metodi che utilizzo nel lavoro clinico sono quelli della psicoterapia psicodinamica a orientamento psicoanalitico relazionale. Si tratta di un approccio che enfatizza l’importanza delle relazioni, non solo come fonte di disagio e preoccupazione, ma anche come matrice della nostra stessa personalità e come possibile motore di cambiamento. L’approccio relazionale deriva da un’integrazione di concetti, teorie e tecniche che si rifanno a concezioni e autori differenti (la scuola delle relazioni oggettuali – W. Fairbarn, D. Winnicott, ecc. – la teoria interpersonale di H. S. Sullivan, la teoria dell’attaccamento di Bowlby, la psicologia del Sé di H. Kohut, l’intersoggettivismo – R. D. Storolow, G. E. Atwood, Jessica Benjamin, ecc. – , l’infant research e l’infant observation – D. Stern, B. Beebe, F. M. Lachmann, Ed. Tronick, Louis Sander.

Tutte queste teorie hanno un denominatore comune: l’affermazione che la personalità si plasma entro un universo di relazioni e per questo assume la forma di quelle stesse relazioni: la personalità degli esseri umani riproduce modalità derivanti dalle esperienze interattive precedenti. Perciò, se c’è qualcosa di disfunzionale nella persona che genera sofferenza, solo una relazione particolare, una relazione terapeutica, può cambiare ciò che si è modellato in origine relazionalmente.

Il corpus della scuola psicoanalitica relazionale a cui faccio riferimento nella mia quotidiana pratica clinica ha un’altra caratteristica fondamentale: si tratta di un approccio alla psicoterapia di tipo evidence based, cioè basato sulla ricerca scientifica.

Nell’ambito della cura e del benessere psicologico, ci sono decine e decine di approcci, proposte, metodi. Alcuni di questi sono più fondati, altri lo sono meno, alcuni sconfinano addirittura nella stregoneria.

Per i motivi suddetti, consiglio, prima di intraprendere un percorso, di essere sicuri non solo che il professionista a cui ci si affida sia uno psicoterapeuta iscritto regolarmente all’Ordine degli Psicologi, come psicoterapeuta, ma anche di informarsi sugli approcci usati e su quanto essi siano sostenuti dalla ricerca scientifica.

La psicoterapia psicodinamica relazionale utilizza un approccio e una serie di metodi che hanno avuto negli anni il sostegno di migliaia di ricerche. Queste ricerche ci hanno consentito, da un lato, di capire meglio quali teorie, meccanismi, strategie cliniche sono più in grado di comprendere la sofferenza dei pazienti e favorire il loro cambiamento e, dall’altro, quali metodi e idee non risultano invece fondati scientificamente e possono quindi essere inutili o dannosi.

La psicoterapia ha la capacità di produrre un vero cambiamento di sé e ridurre la sofferenza, anche se non è tutto così facile. Realizzare e usufruire dei benefici di tale lavoro richiede infatti coraggio, impegno, empatia, da parte sia del terapeuta sia del paziente.

Articoli consigliati

Quando viviamo una condizione di disagio che deriva dal lavoro, da una relazione, da una…
Cos’è la co-dipendenza?   Una persona co-dipendente si sente talmente coinvolta con qualcuno, in debito…
La depressione è bugiarda! Ci dice che siamo inutili, che a nessuno importa di noi…
Quando parliamo di personalità in ambito clinico ci riferiamo a qualcosa che non è molto…