Quando decidiamo di rivolgerci a un professionista per affrontare un momento difficile di disagio, ci capita di imbatterci nella domanda: come faccio a trovare uno psicologo che faccia al caso mio? Come individuo un “bravo” psicologo?
Per riuscire a orientarci in questo momento, e per rispondere a queste domande, possono essere utili alcune indicazioni:
Le risorse personali
Prima di tutto dobbiamo chiederci: “Davvero ho bisogno di uno psicologo?”. Le difficoltà fanno parte della vita è non è detto che sia necessario l’intervento del professionista della psiche ogni volta che ci troviamo di fronte a un ostacolo.
Credo sia utile, prima di tutto, domandarci se davvero abbiamo usato tutte le risorse a nostra disposizione per affrontare il problema che in quel momento ci preoccupa. Siamo riusciti a guardare le cose da un punto di vista alternativo?
L’esperienza ci dice che punti di vista univoci e assoluti possono metterci in difficoltà, perché sono generalmente schemi mentali rigidi che ci tengono prigionieri nel disagio non permettendoci di vedere strade per eventuali soluzioni e per il cambiamento. La sofferenza, spesso, non è legata al problema in sé, ma al fatto che affrontando una difficoltà tendiamo a convincerci che le cose stanno in un solo modo, e questo ci blocca entro le nostre abitudini , facendoci affogare nella marea pensieri, rimuginazioni, rivendicazioni e giudizi, rivolti a noi stessi e agli altri, che derivano da questi schemi. C’è un simpatico gioco che illustra tutto questo. Prova a guardare questa immagine :
Il gioco consiste nel cercare di unire tutti i punti con 4 segmenti continui (senza staccare la penna dal foglio). Provate a risolverlo senza andare avanti a leggere…
Fatto? La difficoltà di risolvere questo rompicapo sta proprio negli schemi di cui parlavo prima. In questo caso, essendo i punti disposti in un modo ben preciso, tendiamo a percepire un quadrato che non c’è. Così facendo, tenteremo di risolvere il quesito rimanendo “prigionieri” di questo quadrato inesistente e questo renderà impossibile la risoluzione. Proveremo e riproveremo più e più volte, si avvicenderanno i pensieri, inizieremo a dubitare della bontà di chi ci ha proposto il gioco, penseremo che c’è un errore, che è uno scherzo e più andremo avanti con questi pensieri più ci allontaneremo dal traguardo.
La soluzione si può raggiungere in un solo modo e cioè uscendo con i nostri 4 segmenti dai confini dell’ipotetico quadrato percepito.
Questo gioco ci dimostra come funzioniamo. Quando incontriamo una situazione critica, un ostacolo, una difficoltà, spesso ci avvitiamo entro le nostre abitudini nel considerare le cose. Invece, spesso è necessario, se vogliamo venirne a capo, cambiare lo sguardo e riconsiderare i termini della questione al di là delle nostre consuetudini. Solo cambiando il punto di vista, e riformulando la situazione in termini nuovi potremo trasformare lo stato delle cose e vedere la via d’uscita.
Importanza delle reti sociali
Se hai provato a fare appello alle tue risorse e senti di non avere la forza emotiva per affrontare questo momento, allora puoi rivolgerti alle persone che ami e che ti vogliono bene. La rete familiare e amicale può fornire spesso un importante sostegno nei momenti di difficoltà. L’affetto che le persone che ti circondano possono donarti ti farà sentire meno solo. La loro empatia può generare un senso di protezione e sicurezza che, in certi passaggi della vita, può esserti molto utile per andare oltre.
Rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta
Se la mobilitazione delle proprie risorse personali e delle reti sociali più prossime non accenna a cambiare le cose, allora può essere necessario un intervento professionale. Il fatto di rimanere nella sofferenza nonostante il disagio sia diventato disturbante e senza avere gli strumenti per fare altro, infatti, può peggiorare le cose.
In questi casi dobbiamo dirci che non è necessario fare gli eroi. Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo farcela da soli a tutti i costi. In questi casi è meglio riflettere sul fatto che chiedere aiuto a uno psicologo non è una sconfitta, non significa essere stati “incapaci “ di curare se stessi. Si tratta, al contrario, di una scelta risoluta e strategica, con cui si afferma di non volere rimanere nella difficoltà e nel disagio, soccombendo . Una decisione per cambiare direzione, procedere lungo la via del cambiamento, verso una vita nuovamente serena.
Mettere da parte il pregiudizio quando il disagio diventa disturbo e valutare di farci aiutare da uno psicologo o psicoterapeuta, non ha nessuna implicazione sul nostro valore ed è il primo passo per cambiare le cose. Del resto il momento in cui la sofferenza psicologica supera il livello di guardia è paragonabile a quando abbiamo la febbre. La febbre ci induce a rivolgerci al dottore e ciò non incide sul nostro valore. Non penseremmo mia di affrontare da soli la febbre alta. Il disagio psicologico, se è disturbante e ci impedisce di raggiungere i nostri obiettivi, se compromette la qualità della nostra vita relazionale, affettiva e lavorativa, può essere visto come “un innalzamento della temperatura effettiva” che va curato con l’intervento dello psicologo. Lo psicologo-psicoterapeuta può fare una valutazione clinica del disagio e può aiutarci a modificare l’equilibrio psicologico che genera in noi lo stato di sofferenza.
Come scelgo lo psicologo
La scelta di un professionista con cui effettuare un percorso psicologico o una psicoterapia può essere difficoltosa, soprattutto quando l’offerta risulta particolarmente variegata. Alcuni consigli da seguire in questi casi possono essere i seguenti:
- Scegli un professionista iscritto all’albo degli psicologi. Nel sito dell’Ordine regionale potrai trovare i nominativi di coloro che sono autorizzati e certificati per svolgere la professione di psicologo
- Molti psicologi sono anche specializzati in Psicoterapia. Nell’elenco dell’ordine troverai, accanto al nominativo dello psicologo, anche la specificazione riguardante il possesso dell’attestato come psicoterapeuta.
Quale differenze c’è tra Psicologo e Psicoterapeuta? Lo psicologo svolge attività clinica limitata al sostegno, all’abilitazione e alla riabilitazione della persona. È laureato in psicologia e abilitato da un esame di Stato a esercitare la professione. Lo Psicoterapeuta, oltre a questo ha svolto, in aggiunta, un percorso di specializzazione e di tirocinio almeno quadriennale per apprendere i metodi per la cura del disagio e per la terapia dei disturbi di natura cognitiva, relazionale, affettiva, emotiva, sessuale e comportamentale.
- Fai attenzione a chi si improvvisa psicologo con nomi alternativi e a volte seduttivi come counselor, coach, mediatore, eccetera. Si tratta di soggetti con competenze specifiche non abilitati a occuparsi di dinamiche psicologiche.
- Molti siti propongono una serie di psicologi e psicoterapeuti in servizi tipo pagine gialle. Tieni presente che questi servizi non hanno nessun titolo per misurare la competenza e la professionalità dei vari psicologi o psicoterapeuti in elenco. L’accesso a questi portali viene ottenuto, dai vari professionisti, semplicemente pagando una quota. Ciò significa che non è detto che siano i migliori, o quelli che fanno al caso tuo.
- Non fidarti di chi promette miracoli, come cambiamenti profondi in qualche incontro. Di fronte a una condizione di disagio è necessario da parte dello psicologo-psicoterapeuta fare una valutazione del caso prima di fare delle previsioni.
Solo in seguito a una valutazione clinica è possibile prospettare una tipologia di intervento e i suoi tempi . Allo scopo, vanno considerati vari fattori: innanzitutto, quanto la problematica è radicata e, in secondo luogo, quali sono gli obiettivi che il paziente si prefigge, per esempio il miglioramento di un ambito specifico o del proprio carattere.
- Una volta stilata una lista di sicologi-psicoterapeuti, magari che abbiano lo studio in zone più comode da raggiungere, come faccio a scegliere? Il consiglio che mi sento di dare è lo stesso che ho offerto a vari conoscenti e amici che mi hanno posto la stessa questione:
- Non scegliere in base a parametri esterni. Se il professionista ha un bel sito o se ha lo studio in una zona rinomata non è detto che sia meglio di altri.
- Non scegliere in base all’orientamento psicoterapeutico. Gli orientamenti psicoterapeutici più importanti, quello psicodinamico, quello cognitivo- comportamentale e quello sistemico relazionale usano approcci e riferimenti diversi. Alcune persone possono trovarsi più a proprio agio con un approccio che con unaltro, ma nulla di certo possiamo dire in relazione all’efficacia. Le ricerche attestano infatti che i tre paradigmi risultano tutti efficaci nel produrre cambiamento (vedi tutto il dibattito sul paradosso dell’equivalenza delle psicoterapie partito da Eysenck – 1952).
- Una volta fatti i passi precedenti, il miglior modo per scegliere, è quello di incontrare il terapeuta per raccontargli che cosa ci succede, cosa ci ha indotto a cercare aiuto, che cosa ci aspettiamo, cosa stiamo cercando. Egli avrà modo, in quell’occasione, di darci dei rimandi su quanto ci sta capitando, potrà orientarci, chiarire che tipo di percorso fa al caso nostro e quali potrebbero essere i tempi necessari. Potrà anche rispondere alle domande e curiosità che gli porremo così da chiarire ogni dubbio.
- Il consiglio è allora quello di incontrare lo psicologo-psicoterapeuta e parlare con lui per appurare se è una persona con cui ci sentiamo a nostro agio e da cui ci sentiamo rassicurati, la scelta in ultima istanza dipende da quanto il terapeuta è compatibile con noi e dal grado di sintonia che instauriamo.
- Sembrerà un criterio troppo soggettivo, ma anche la ricerca sull’efficacia della psicoterapia afferma che il migliore predittore sull’esito finale di un percorso di psicoterapia è il grado di alleanza e sintonia che si sviluppa quasi subito con il terapeuta. Approssimando potremmo dire: “Se ti senti bene nel relazionarti con il terapeuta nei primi incontri, molto probabilmente hai trovato la persona che può aiutarti!”
Proprio per questo , quando una persona si rivolge a me, gli consiglio di incontrarci una volta per un colloquio di conoscenza -orientamento gratuito e senza impegno. In quell’occasione avremo modo di conoscerci e di capire insieme se ci sono le condizioni per intraprendere un percorso comune. In caso contrario, la aiuterò a orientarsi nella direzione più adatta al fine di raggiungere, nel modo più efficace, i propri obiettivi.