Stile narcisistico di personalità

Il problema principale di un narcisista non è banalmente il suo egoismo o il fatto che pensa solo a se stesso. Il suo dramma è quello di essere condannato a non vedere gli altri. Egli si muove in un mondo fatto di specchi ed è costantemente preoccupato dall’immagine di sé che questi specchi riflettono. Teme sempre che possa vedere qualcosa di sé, in queste immagini riflesse, che possa ferirlo, che possa rinfacciargli qualcosa sulla sua persona, che non gli piace o che non lo annovera nella cerchia degli eletti a cui tutti guardano con invidia e gratitudine.Inoltre, il narcisista non sa che confonde la visione degli altri con i riflessi di sé stesso. Egli crede di relazionarsi con un’altra persona e invece all’altro essere umano non consente alterità. Può esistere solo se si assoggetta alla funzione di rimandare al narcisista un’immagine positiva e idealizzata di sé. Gli altri non sono entità autonome, ma sono terminali distribuiti nel mondo che gli forniscono un monitoraggio e una conferma di quanto sia desiderabile, ammirabile, valido, meritevole di approvazione e lode.
Da tutto questo deriva naturalmente che gli altri devono accettare di fare questo gioco con il narcisista. Se l’altro si mette a fare “l’altro”, cioè inizia a essere diverso, a manifestarsi in base alle proprie convinzioni, valori, idiosincrasie, va in conflitto con la sua funzione di rispecchiamento narcisistico. A questo punto, per non crollare, il narcisista può arrabbiarsi di rabbia egoica (“ti odio perché non sei cosa dico io!”), oppure svalutare il “deviante”, bollandolo come esempio di stupidità e incapacità, per neutralizzarlo, per impedire che le sue immagini riflesse deturpate e miserevoli possano farlo crollare e mettere in discussione la sua bellezza e onnipotenza.

Il mito di Narciso non è come spesso si narra quello del ragazzo che si innamora di se stesso riflesso nello stagno. Narciso in realtà non sa che si tratta di sé, egli crede di vedere nello stagno un altro giovanotto. È sopraffatto dall’idea di avere trovato un amore ideale e invece si tratta del proprio riflesso. Il mito narra di un malinteso circa l’identità dell’altro. I narcisisti non riescono a comprendere che, mentre ritengono di guardare qualcun altro, stanno in realtà guardando una versione idealizzata di se stessi.

Come individuiamo un narcisista?

Nella tradizione diagnostica possiamo individuare due tipologie di personalità narcisistica: da una parte la tipologia grandiosa e dall’altro quella vulnerabile – ipervigile.
L’individuo vulnerabile è come se avesse una pelle sottile, avverte continuamente nelle parole altrui un motivo di offesa o di giudizio negativo. Questi soggetti possono avere delle esplosioni emotive se vengono feriti.
Al contrario, i soggetti grandiosi sono inconsapevoli, sono indifferenti a cosa dicono gli altri, che sono considerati essenzialmente come un pubblico da cui ricevere ammirazione.
Per approfondire queste tipologie vedi qui.

Nonostante questa distinzione, è difficile fare rientrare i soggetti narcisistici in categorie rigide. Ci sono narcisisti grandiosi che attraversano fasi o custodiscono segretamente sentimenti di profonda inadeguatezza. Così come ci sono soggetti narcisisti vulnerabili, che possono avere esplosioni di rabbia, disprezzo e grandiosità in situazioni particolari.
Nella mia esperienza clinica, mi è capitato di incontrare soggetti narcisisti in cui grandiosità e vulnerabilità erano “impastati” insieme, in certi momenti poteva emergere uno e in altri momenti l’altro. Questo ci dice che vulnerabilità e grandiosità possono tranquillamente coesistere nello stesso soggetto.

La diagnosi di narcisismo non è definita e non ha margini chiari. Nel suo alveo possiamo ritrovare persone dominate dall’onnipotenza ma anche dall’impotenza, persone aggressive o rivendicative, ma anche persone taciturne e spaventate, soggetti che non perdono occasione per mettersi in mostra e altri che invece tendono a mimetizzarsi e sparire. Inoltre, dobbiamo superare alcuni cliché sul narcisista, come quello, per esempio, che si tratti di un inguaribile egoista. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, non è sempre vero che i narcisisti sono soggetti che non si spendono per gli altri. Molti medici, o persone di chiesa hanno questo tipo di funzionamento. In questi casi la persona narcisista può essere altruistica, per esempio, per i vantaggi secondari che derivano dall’altruismo in termini di immagine di sé. Ciò che davvero caratterizza il soggetto narcisista è la sua costante preoccupazione per la sua immagine di sé. Egli è perseguitato da domande su come appare agli occhi degli altri o su cosa essi possono pensare di lui.
Esiste anche una tipologia di narcisista che sta al confine tra narcisismo e masochismo (vedi A.M.Cooper 2009) . Gli individui narcisistico-masochisti si riempiono di risentimenti e incolpano gli altri per ogni problema. Anche se possono sembrare empatici, appena sotto la superficie sono soprattutto intenti a occuparsi delle loro sofferenze e dei torti subiti. Ritengono di avere avuto esperienze difficili, di essere stati svantaggiati, di avere dovuto sopportare sofferenze non comuni, e questo dovrebbe procurargli uno speciale riconoscimento da parte degli altri. Essi pensano di meritare un risarcimento. E se questo risarcimento non arriva si sentono ancora più vittimizzati e pieni di risentimento.

STILI RELAZIONALI

Ma forse il modo più efficace di descrivere un soggetto narcisista è quello di descrivere i suoi stili relazionali. Un aspetto fondamentale riguarda la sua capacità di amare. Una delle difficoltà maggiori dell’individuo narcisista è la sua difficoltà a mantenere nel tempo una relazione d’amore. Spesso le sue storie iniziano con una intensa infatuazione, seguita da una inevitabile rottura quando il partner inizia a fargli notare i problemi con il relativo seguito di critiche e delusioni. Come dicevo prima, il narcisista non riesce a vedere gli altri, se non come specchi che riflettono la propria immagine: quando l’altro inizia a manifestare i suoi bisogni e le proprie istanze, questo non può che negare l’idealizzazione. È come se l’immagine perfetta che l’altra persona aveva di lui venisse rovinata dalla sua insensata e incessante testardaggine nel volere essere a tutti i costi se stessa, invece di adeguarsi all’ideale.

Provo di seguito a elencare alcuni stili relazionali dei soggetti narcisistici che è possibile trarre dall’esperienza clinica (Gabbard e Crisp, 2018):

Bisogno si suscitare ammirazione, empatia, validazione da parte degli altri. Per ottenere questo tipo di reazione, gli individui narcisisti fanno riferimento spesso ai loro successi, lasciano cadere nel discorso nomi di personaggi famosi e cercando di mettersi in buona luce di fronte agli altri. Un narcisista grandioso può sembrare incurante delle reazioni che appaiono sul volto dell’ascoltatore, non mostrare alcun interesse per ciò che gli altri hanno da dire sull’argomento, al punto da essere percepito come se avesse “un trasmettitore ma non ricevitore”. Nel caso invece di un narcisista vulnerabile o ipervigile, l’attenzione di chi parla è spesso concentrata sul viso dell’ascoltatore, nel tentativo di cogliere segni di approvazione e ammirazione, cioè “la scintilla nell’occhio della madre” descritta da Kohut (1971).

Pseudo autosufficienza. Si tratta di uno stile relazionale caratterizzato dal rifiuto della dipendenza e dall’incapacità di accettare l’aiuto degli altri. Il narcisista può volere che gli altri lo vedano come una persona indipendente, impegnata e all’altezza di tutte le situazioni. In genere questo stile lo porta a sentirsi più isolato e disperatamente bisognoso dell’attenzione altrui.
Negazione o inibizione dell’autonomia dell’altro. Le persone che hanno una relazione con un individuo narcisista si sentono spesso controllate. E infatti l’attenzione pressante del partner narcisista può avere come scopo la sottomissione dell’altro a un controllo onnipotente. Questo comportamento di dominio, naturalmente, presuppone la mancanza di empatia verso i bisogni dell’altro. Questa dimensione emerge spesso nella stanza da letto, quando il narcisista esprime i suoi bisogni senza alcun riguardo per l’autonomia dell’altro…

Propensione a provare vergogna e umiliazione come reazione a offese relativamente lievi. I pazienti narcisisti si sentono facilmente feriti se qualcuno non è d’accordo con loro, li ignora, li critica o li mette in ridicolo. La vergogna è un fenomeno per cui l’individuo sente di non essere stato all’altezza dell’ideale grandioso che ha di se stesso. La vergogna, comporta anche la sensazione di essere stati smascherati, e quindi l’offesa, si associa a un sentimento di umiliazione. In altre parole, siccome una o più persone hanno assistito all’offesa, l’individuo narcisista ha l’impressione che le sue inadeguatezze siano state date in pasto a tutti. La vergogna e l’umiliazione in risposta all’affronto narcisistico possono generare depressione oppure rabbia e desiderio di vendetta.

Negazione della realtà. La necessità di difendere l’autostima dal pericolo di una messa in discussione della propria onnipotenza, da parte del mondo esterno, obbliga il narcisista a negare la realtà. La negazione è un meccanismo di difesa che consiste nel considerare come non avvenuto tutto quello che può mettere alla prova il sé onnipotente. Per esempio, un uomo narcisista che, lasciato dal partner, afferma che è tutto ok perché potrà finalmente uscire con un sacco di donne, sta negando la sofferenza e la realtà di essere stato lasciato, che potrebbe mettere in discussione la sua immagine di sé.
Questa negazione avviene spesso anche nei confronti degli altri, che devono essere negati come soggetti altri per non sentirsi in pericolo. Questo può comportare per esempio una disattenzione patologica a quello che gli altri dicono o a come reagiscono. Molti narcisisti inconsapevoli parlano “al cospetto di” altri e non “con” gli altri, così da non rilevare il minimo accenno di disaccordo o disprezzo.

Confronto continuo fra se stessi gli altri, alimentato dall’invidia. La grandiosità manifestata da molti narcisisti si basa su una immagine di sé fragile, che genera il bisogno di essere eccezionali e migliori degli altri. Il mantenimento di questa struttura esige che venga operata una distinzione in virtù della quale gli altri sono svalutati e considerati “da meno”. Vengono attuati confronti continui per stabilire, in ogni situazione interpersonale, chi sta “in alto” e chi sta “in basso”. Questa strategia fallisce nel momento in cui altre persone, con qualità degne di nota, cominciano a minacciare il sé grandioso del narcisista, e questo genera invidia con conseguente svalutazione e disprezzo come difesa contro l’invidia.
Idealizzazione dell’altro. Secondo Kohut individui con disturbo narcisistico tendono a sopravvalutare (idealizzare) gli altri e cercano di creare circoli di reciproca ammirazione (come dire: “Noi siamo grandi, siamo diversi, siamo superiori, siamo élite mentre gli altri sono “sfigati”, e con l’appartenenza a questo gruppo ci confermiamo reciprocamente che siamo superiori”). Oppure un’altra modalità con cui possono accrescere la propria autostima è ponendosi all’ombra di un oggetto idealizzato, che conferisce loro un’aura di eccezionalità (come dire: “Tu sei un grande e io che ti sono vicino lo sono di conseguenza!”). Spesso i fan che seguono le rockstar o altre celebrità usano quest’ultima modalità, nel tentativo di accrescere la propria autostima.

Difficoltà di capire o di provare interesse per l’esperienza interiore degli altri. I soggetti narcisisti hanno difficoltà a comprendere quello che succede nella mente degli altri e a empatizzare con loro.
Invadenza, caratterizzata da manifestazioni esibizionistiche che violano il territorio degli altri. Il soggetto narcisista tende a invadere gli ambiti sociali comuni attraverso la propria ridondante presenza. Questi soggetti, per esempio, focalizzano l’uditorio su di sé, cambiano continuamente argomento, riportandolo a se stessi, raccontano storie prolisse che li vedono al centro dell’attenzione.
Ritiro dalle interazioni sociali per proteggersi dalle umiliazioni. Il narcisista ipervigile o vulnerabile spera di evitare una ferita narcisistica stando zitto e tenendosi in disparte nelle situazioni in cui sono coinvolte altre persone. Questo comportamento, anche se associato, spesso, a tratti di personalità evitanti, si manifesta nel narcisismo in modo peculiare, perché esso teme la mancata ammirazione. Al contrario dei soggetti evitanti che temono invece la mancata accettazione.

Iniziale seduttività seguita da perdita di interesse per l’altro. Nel primo incontro con un narcisista di alto livello, il suo modo di comportarsi, di ascoltare, di parlare può risultare affascinante e intrigante. Molti individui con organizzazione narcisistica hanno imparato l’arte di sedurre e di conquistare le persone al primo incontro. Ma prima o poi il narcisista decide che l’altro non gli serve più, la seduzione iniziale lascia il posto al disinteresse. L’altro si sentirà mortificato, ingannato, e avrà l’impressione di essere stato scaricato brutalmente.

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