L’ombra dello tsunami – Philip M. Bromberg

Philip Bromberg ha il merito di avere fornito una nuova interessante prospettiva nella comprensione del funzionamento psichico in ambito psicoanalitico. Alla prospettiva classica che interpretava la mente come insieme di  relazioni oggettuali interiorizzate e in conflitto tra loro, Bromberg ha sostituito l’idea di un meccanismo psichico basato su stati del Sé multipli, mantenuti da processi dissociativi , in interazione dinamica tra loro.

 

Durante lo sviluppo, nelle fasi iniziali di vita,  ogni essere umano può essere esposto all’impatto del trauma relazionale.  Il trauma relazionale si realizza secondo Bromberg quando c’è la disconferma di aspetti di sè nell’ambito della relazione con i caregiver. Queste parti disconosciute di sé sono quelle che non hanno avuto un’esistenza legittima nel mondo degli altri, che non sono state riconosciute, rispecchiate, mentalizzate. Esse, come parti reiette e rinnegate si trasformano in un pericolo per le parti che compongono il “ Sé ufficiale”. Proteggersi dal trauma vuol dire allora trasformare la normale molteplicità in una struttura rigida, in cui gli aspetti del Sé “illegittimi” possono continuare ad esistere ma a condizione che conducano una vita in isolamento e clandestinità. La dissociazione è la difesa usata per realizzare tutto ciò, per impedire alle parti rifiutate di compromettere la stabilità precaria del Sé.

 

Nel suo affascinante terzo libro, Philip Bromberg approfondisce la sua indagine sulla natura di ciò che è terapeutico della psicoterapia: il suo merito è quello  di vedere il processo psicoanalitico come un percorso che, a poco a poco, riduce le vulnerabilità del paziente inseguendo l’ombra delle destabilizzazioni affettive passate e incrementando l’ intersoggettività.

Il terapeuta deve aiutare il paziente a ripristinare la regolare molteplicità del Sé, restaurando i collegamenti tra i suoi stati e la fluidità della sua molteplicità. Destare il sognatore significa “svegliare” il soggetto dai processi ipnoidi che dominano il suo funzionamento mentale, aiutandolo a portare in seduta non il sogno (stato del Sé) dissociato, ma il sognatore nella sua interezza.

 

Espandendo la prospettiva degli Stati del Sè già esposta in  Standing in the Spaces (1998) e in Destare il sognatore (2006), Bromberg esplora ciò che ritiene essere i due fattori interdipendenti di un trattamento di successo: la guarigione e la crescita. La relazione psicoanalitica non è vista come mezzo per trattare una malattia, ma come un’opportunità per due esseri umani di vivere insieme nell’ombra gettata dal passato, permettendole di essere simbolizzata cognitivamente, di essere sostituita da una nuova esperienza co-creata nella relazione terapeutica, elaborata dal pensiero e dal linguaggio. La terapia ha l’obiettivo di  liberare la naturale capacità del paziente di provare fiducia e gioia come parte di una normale stabilità che consente di vivere la vita con creatività, amore, spontaneità interpersonale e una maggiore consapevolezza

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