Stile e Disturbo masochistico di personalità

La distinzione tra uno stile e un disturbo masochistico di personalità  è solo di tipo quantitativo. Se i tratti masochistici sono presenti in quantità tali da non compromettere una accettabile qualità di vita della persona allora parleremo stile masochistico di personalità. Se invece la tendenza a procurarsi sofferenza giunge a impedire al soggetto la possibilità di vivere in modo adeguato le relazioni affettive, lavorative e di fare esperienze di sè soddisfacenti, può essere che ci troviamo in un ambito disfunzionale. In questo caso parleremo di Disturbo masochistico di personalità.

Originariamente, il termine masochismo, denotava solo disturbi del comportamento sessuale in cui il piacere è ottenuto per mezzo del dolore o umiliazione.Per analogia, quando si usa lo stesso termine nel contesto della personalità, ci si riferisce a soggetti che agiscono in modo antitetico rispetto a tutte le persone, le quali aspirano tendenzialmente al benessere. E’ come se questi individui fossero invece, paradossalmente, alla continua ricerca di dolore e sofferenza. Più precisamente queste persone, aspirano, come tutti gli esseri umani, a condizioni di sicurezza, di riconoscimento, di vicinanza con gli altri, all’autostima, ecc… Solo che a livello inconscio vi sono altre motivazioni che neutralizzano ogni inclinazione alla serenità e che alla fine spingono, inevitabilmente, questa ricerca di felicità, verso ineluttabili e sistematiche esperienze sofferenza.
In molti casi si è visto che la tendenza masochistica si intreccia con tendenze sadiche represse e negate. In altre parole, nei soggetti masochistici, che spesso si dipingono come abusati o vittime, possiamo osservare comportamenti da abusanti o carnefici, di cui essi stessi non si accorgono. Per questo, nella terapia con questi soggetti, è necessario chiedersi se ci sono, e in cosa consistono, atteggiamenti di dominio oltre che di sottomissione.

Gli altri li vedono come persone che non fanno altro che cacciarsi in situazioni pericolose o da cui possono ricavare solo sofferenza o umiliazione.

Tipi di caratteri masochistici

Personalità masochista – depressiva

Poiché il funzionamento psicologico depressivo e quello masochistico condividono molti aspetti (sensibilità a rifiuti e perdite, sentimenti di inferiorità, sensi di colpa inconsci, inibizione della rabbia consapevole verso gli altri) , i due disturbi possono essere confusi. Alcuni autori hanno parlato anche di un disturbo depressivo-masochistico cioè di una condizione mista tra quella masochistica e quella depressiva.
In ogni caso, se un paziente apparentemente depressivo sembra più afflitto poiché vessato piuttosto che triste e autocritico, allora si può ipotizzare che i tratti masochistici siano preponderanti.

Masochismo relazionale

Il masochismo relazionale è in generale una tendenza inconscia nel funzionamento di certe personalità che hanno paura di perdere il legame con l’altro e che affrontano questo rischio infliggendosi sofferenza. Ne abbiamo alcune alcuni tipi:

Masochista dipendente: Si sovrappone, in parte, alla personalità dipendente, e riguarda quelle persone che hanno un bisogno disperato degli altri, e in cui la paura di perdere i legami prevale sul preoccuparsi per il proprio benessere. Questi soggetti considerano la sofferenza come la precondizione per mantenere i legami affettivi. La loro credenza inconscia recita più o meno così: “Ho un disperato bisogno di te e solo se soffro, tu mi terrai con te”. Queste persone assumono ruoli passivi e vittimizzati, fino ad accettare di essere umiliate e persino maltrattate. Tutto allo scopo di evitare la separazione e la perdita dell’altro.

Spesso dietro la sottomissione di queste persone c’è una forte aggressività che però risulta negata ed espressa difensivamente. Essa può essere espressa in forme passivo –aggressive come quando l’ira non si rivolge all’altro ma viene vissuta nella fantasia o nel rimuginio, trasformandosi in una tempesta di tormenti interiori, di autoaccuse e rassegnazione. Oppure la rabbia può essere coperta da formazione reattiva e allora la gentilezza, i gesti di smisurata disponibilità e di irrealistica amorevolezza verso la persona che si ritiene dominante e cattiva, non sono altro che i sostituti di sentimenti di odio, collera, e desideri di vendetta che non si riesce o non si possono esprimere.

Masochismo relazionale di livello borderline: In strutture di personalità più gravi, di livello borderline può succedere che l’aggressività negata si esprima sottoforma di identificazione proiettiva. Questo meccanismo prevede una proiezione della propria rabbia nell’altro, così che l’altro, alla fine, davvero diventi cattivo e maltrattante. Ciò in modo da potere, in definitiva, impersonare il ruolo tanto di vittima. Per esempio questo succede se la vittima preme sul carnefice così da provocarne la cattiveria.
Altri esempi di masochismo relazionale di livello borderline, in cui è attiva una credenza inconscia del tipo: “.. è necessario stare male perché gli altri si dimostrino disponibili!..”, li troviamo in pazienti che mettono in atto comportamenti automutilanti, che fanno abuso di sostanze o hanno relazioni sessuali con persone sconosciute quando non ricevono l’attenzione desiderata. Sono tutti esempi di un peculiare modo masochistico, e di livello borderline, di vendicarsi dell’assenza dell’altro subita.

Masochismo introiettivo

Abbiamo discusso il masochismo di tipo relazionale, quello connesso alla rappresentazione dell’altro e a cosa deve essere il nostro interlocutore relazionale per soddisfare i nostri bisogni interni.
Se il masochismo relazionale è più connesso a preoccupazioni riguardanti gli altri, il masochismo di tipo introiettivo è invece connesso con convinzioni riguardanti noi stessi , l’autostima, l’identità, ecc..
Ci sono vari tipi di masochismo di tipo introiettivo:

Il masochista morale: I “masochisti morali” (Freud, 1924; Reich 1933; Reik 1941), con la loro sofferenza esprimono un senso di colpa inconscio da espiare. Inoltre, per mezzo del dolore che provano, e della loro, apparentemente altruistica sottomissione masochistica agli altri, trasmettono sottilmente un senso di superiorità morale. Questo tipo di masochismo è molto presente in soggetti che svolgono professioni di aiuto. In questi casi può esserci una qualche compiacenza narcisistica nel rinunciare a sé per dedicarsi alle sofferenze altrui, come se questa scelta implicasse una certificazione di superiorità del Sé che passa attraverso la rinuncia e all’adesione a principi etici superiori.
Come già spiegato, è facile che nel masochista emerga l’aggressività inconscia che sempre l’accompagna. Ciò è vero anche per il masochista morale che può ad esempio manifestare i propri aspetti sadici attraverso l’intolleranza verso chi non condivide gli stessi valori morali o per mezzo dell’aggressione di chi si oppone alla sua visione del mondo.

I masochisti morali possono manifestare una certa tendenza all’auto frustrazione. Essa è osservabile per esempio in quelle persone che, subito dopo un successo o una vittoria agiscono in modo autodistruttivo. E’ come se ritenessero inconsciamente che in quanto colpevoli di qualcosa, essi debbano necessariamente essere infelici per espiare. Il fatto di perseguire un obiettivo o una affermazione non è quindi meritato, ed è per questo che il soggetto può agire per contrastare, involontariamente, ogni prospettiva di crescita, vittoria, successo.

Il masochista narcisistico: In questa tipologia la persona ha una implicita convinzione (inconscia), quella di essere o essere stata vittima di ingiustizie tali, da ritenere che ora il mondo gli debba qualcosa o tutto.
In questi soggetti la sofferenza rappresenta la garanzia, un lasciapassare per ottenere una ricompensa o un riconoscimento. Ecco perché soffrire è necessario! Essi sembrano dire : “In quanto vittima ho tutti i diritti!” oppure “, la mia vita è stata una tale sofferenza che adesso mi merito, mi si deve riconoscere, una ricompensa.

Questa pretesa spesso evoca in chi si relaziona con loro un senso di irritazione che può giungere fino ad atteggiamenti sadici.

La terapia deve sicuramente accogliere la sofferenza che i pazienti portano con loro attraverso le proprie lamentele, non colludendo con il fastidio che questo “lagnarsi” potrebbe evocare. Ma la terapia deve anche aiutare queste persone a sentirsi responsabili per le condizioni di vita attuali, a sentirsi artefici del proprio destino, indipendentemente da quanto successo nel passato. Il paziente deve essere aiutato ad accorgersi delle conseguenze deleterie per lui stesso, dei tentativi di convincere il mondo che i torti subiti lo rendano meritorio di una ricompensa che “deve” essergli consegnata quanto prima.
Poiché la sofferenza è funzionale alla attesa – pretesa di una ricompensa, questi pazienti possono scoraggiare l’aiuto del clinico che dovrà fare breccia in questa resistenza verso il cambiamento.

Masochismo paranoide: Il masochismo in questo caso è connesso alla convinzione che stia per succedere qualcosa di orribile, qualcosa che cambierà tutto in peggio e che produrrà ingenti quantità di sofferenza. E’ come se fosse attiva una credenza, che più o meno afferma che la felicità, la serenità, il successo è destinato a cedere il passo al dolore. C’è un legame tra felicità e conseguente punizione : “se oso essere felice ne pagherò care le conseguenze! ”. Ne deriva un impulso autodistruttivo inconscio che corrisponde al tentativo di anticipare la sofferenza inevitabile. Questo tipo di pattern è probabilmente legato a esperienze precoci, con caregiver troppo ostili o punitivi.

I pazienti masochistici, spesso, iniziano una psicoterapia ricercando compassione per le proprie sventure, e a volte danno l’impressione di essere più impegnati a dimostrare l’entità delle ingiustizie subite piuttosto che essere motivati a comprendere i propri problemi e a cambiare le cose.

Questi soggetti possono generare, inizialmente in chi si relaziona con loro, una forte compassione, ma poco dopo possono generare forti sentimenti di irritazione e perfino atteggiamenti sadici.
Caratteristiche principali del disturbo masochistico di personalità:

  • Tensione/preoccupazione principale: soffrire/perdere le relazioni o l’autostima.
  • Affetti principali: tristezza, rabbia, senso di colpa.
  • Credenza patogena caratteristica relativa a se stessi: la mia evidente sofferenza dimostra la mia superiorità morale e/o serve a mantenere le mie relazioni con gli altri.
  • Credenza patogena caratteristica relativa alle altre persone: le persone si occupano degli altri solo quando questi sono in difficoltà.
  • Modi principali di difendersi: introiezione, identificazione introiettiva, rivolgimento contro il sé, atteggiamento moralizzatore.
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