Disturbo di personalità

Parliamo di disturbi di personalità quando i tratti caratteriali interferiscono con il funzionamento affettivo, lavorativo e relazionale. Questo capita se esperienze precoci, infantili e giovanili, particolarmente sollecitanti, inducono l’individuo a elaborare certe modalità di funzionamento. Modalità probabilmente adeguate ad affrontare quelle esperienze originarie, ma completamente inadatte a favorire un efficace funzionamento nell’ambito di un contesto relazionale adulto normale. È come se il soggetto avesse dovuto strutturarsi per affrontare certe distorsioni presenti nell’ambiente relazionale di provenienza e questo avesse determinato un’abitudine nel proprio modo di essere. Il problema nasce perché una volta adulti quelle abitudini di funzionamento non vanno più bene per interagire con un contesto di vita che non è come quello familiare di provenienza e non contiene le stesse distorsioni.

La differenza tra un soggetto con disturbo di personalità è uno che non ne soffre è di tipo quantitativo e non qualitativo. Nel soggetto affetto da disturbo, certi tratti sono presenti in modo esagerato, tanto da distorcerne il carattere. In questi casi, il modo di funzionamento diventa rigido, non adattivo e ciò causa una significativa compromissione del funzionamento affettivo, relazionale, lavorativo e sociale causando un’importante sofferenza soggettiva.

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