Stile o disturbo somatizzante di personalità

La somatizzazione ci dimostra la profonda interrelazione esistente tra mente e corpo. Si tratta di stati in cui la sfera emotiva si traduce o contribuisce a un disturbo fisico. Molte persone sembrano soffrire di continue patologie fisiche che non sono riconducibili a una malattia oggettivamente diagnosticabile dal medico o a un agente patogeno rilevabile da analisi laboratoriali. Lamentele generiche, dolori che migrano da una parte all’altra del corpo, problematiche gastrointestinali, difficoltà di natura sessuali e altri fenomeni fisici inspiegabili sono tipici in questi soggetti.

 

Uno stile di personalità o un disturbo di personalità incentrato sulla somatizzazione è caratterizzato dalla tendenza abituale a esprimere la sofferenza affettiva ed emotiva sul corpo per mezzo di alterazioni che chiamiamo somatizzazioni. In alcuni casi le preoccupazioni corporee possono addirittura giungere a un delirio corporeo, cioè alla certezza di avere una malattia incurabile

La somatizzazione sembra essere più probabile in soggetti che subiscono gli eventi senza riuscire a controllarli e in situazioni familiari e culturali  in cui è scoraggiata l’espressione verbale delle emozioni .

I medici conoscono molto bene questo tipo di soggetti che considerano un po’ “malati immaginari” , per le continue richieste che gli vengono rivolte di esami e indagini mediche; la  confusione nei dottori e resa poi ancora più complicata, dalla possibilità che alcuni individui considerati somatizzanti abbiano poi davvero una patologia fisica non diagnosticata, che spiega le loro preoccupazioni somatiche.

 

Innanzi tutto è importante comprendere che i dolori e i disturbi corporei di cui soffrono questi soggetti sono reali e debilitanti solo che la loro fonte è di natura emotivo-affettiva e non corporea. L’esperienza di queste persone è spesso quella di essere trattati come persone noiose e lamentose e di ricevere il messaggio: “Sono solo tue fantasie”. È fondamentale invece, per aiutare queste persone, il riconoscimento empatico del fatto che la loro sofferenza è reale, altrimenti possono sentirsi accusate di fingere .

I pazienti somatizzanti sono noti per la loro “alessitimia”, cioè l’incapacità di esprimere verbalmente le proprie emozioni. Questo deficit deriva fondamentalmente dall’idea che le emozioni che non prendono la via della parola per esprimersi devono utilizzare un’altra via: quella dell’azione o della somatizzazione.

È probabile che i primi caregiver dei pazienti somatizzanti non sapessero stimolare in loro la capacità di rappresentare mentalmente ciò che provavano, lasciando così ai loro corpi il compito di comunicare ciò che le menti non riuscivano a trasmettere. L’alessitimia rende la psicoterapia un’impresa difficile, ma è l’unica strada per ottenere il miglioramento di questi pazienti.

 

Queste persone hanno una rappresentazione di sé come di persone tendenzialmente fragili, senza forza e potere.    I somatizzatori cronici spesso raccontano di essersi sentiti ripetutamente inascoltati e non c’e dubbio che in parte ciò accada perché gli altri smettono difensivamente di ascoltarli quando vedono frustrati i propri tentativi di aiutarli; ma è possibile che si sentano così anche perché le loro prime esperienze sono state caratterizzate dal fallimento dei caregiver nel rispondere alle loro comunicazioni.

Il trattamento di queste persone è deve passare attraverso il superamento del loro pessimismo e della loro difficoltà a verbalizzare le esperienze e ad esprimere le emozioni. Il fatto di aiutare questi pazienti a sperimentare, nominare, accettare le proprie emozioni consente di limitare sempre di più la necessità di ricorrere alla difesa somatizzante.

  • Pattern costituzionali-maturativi: possibile fragilità fisica, malattie nella prima infanzia, alcuni report clinici di abusi fisici e/o sessuali nel- Finfanzia.
  • Tensione/preoccupazione principale: integrità/frammentazione del sé corporeo
  • Affetti principali: disagio generale, rabbia inferita; alessitimia che impedisce il riconoscimento delle emozioni
  • Credenza patogena su di sé: sono fragile, vulnerabile, rischio di morire.
  • Credenza patogena relativa agli altri: gli altri sono forti, sani, indifferenti
  • Difese: somatizzazione, regressione
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