Stile e disturbo dipendente di personalità

Ci sono persone che tendono a definirsi solo in funzione di altre persone perché non possono tollerare la separazione o la semplice lontananza da coloro che considerano dei riferimenti. Queste persone non sono in grado di stare da sole, e quando si trovano in solitudine vivono spesso penosi sentimenti di ansia. Coloro che hanno un funzionamento di questo tipo hanno una personalità definita dipendente.

Dipendenza normale

Come per ogni funzionamento di personalità, possiamo ritrovare, in parte,  questa modalità anche in soggetti normali. Anzi, una certa quota  di dipendenza deve esserci in una relazione affettiva adeguata, perché corrisponde al legame con l’altro, al normale desiderio di stare insieme alle persone a cui vogliamo bene e che ci vogliono bene. Una certa dipendenza è il valore attribuito alle relazioni, è una promessa di presenza, di cura, che ci induce ad impegnarci affinché la relazione sia mantenuta e protetta. Una relazione in cui non ci siano tratti di dipendenza non è una relazione normale, ma è una relazione contro-dipendente  o evitante cioè una condizione opposta a quella di cui parliamo, ma anch’essa patologica.

Una buona relazione invece, deve sempre mescolare sapientemente tratti di dipendenza e di autonomia, di vicinanza e lontananza: solo se questo accade siamo in presenza di un rapporto affettivo maturo.

Quando la dipendenza è eccessiva?

La dipendenza è legata al bisogno dell’altro e avere bisogno dell’altro non è, come abbiamo appena visto, di per sé, patologico. Lo diventa nel momento in cui l’altro è solo un oggetto di bisogno, quando c’è la pretesa che l’altro non sia se stesso, quando si agisce affinché il partner non possa autodeterminarsi, essere autonomo. E lo diventa quando non solo nego l’autonomia dell’altro ma anche la mia, quando cioè boicotto la mia stessa realizzazione, sacrificandola alla credenza di dovere restare vicino al partner o a un genitore o a un maestro. E tutto questo per paura di me da solo, come se senza la guida di qualcuno per me importante io sia destinato a perdermi, a vagare nel buio senza salvezza. La dipendenza è eccessiva se diventa la negazione dell’essere in ragione dell’avere l’altro vicino. O meglio se il cosa sono io, cioè la mia identità è ricavata da un contesto interattivo, senza il quale anche l’identità crolla.

Personalità dipendente come disturbo

Se i tratti di dipendenza diventano eccessivi, se sono in grado di compromettere il benessere della persona e le sua possibilità di autodeterminarsi, se la dipendenza è incompatibile con il mantenimento di relazioni mature con il partner e reciprocamente soddisfacenti, allora, in questo caso, parliamo di disturbo dipendente di personalità.

Sono soggetti anaclitici, se considerati alla luce della distinzione di Blatt (1994) tra personalità anaclitiche e introiettive.  Questo significa che la preoccupazione fondamentale per costoro è costituita dal mantenimento della relazione e dall’evitamento di eventuali separazioni. Gli individui con carattere dipendente definiscono se stessi in relazione agli altri e si sentono bene e al sicuro solo in contesti di relazione. Credono di essere inadeguati e bisognosi e che gli altri siano invece forti, gli unici in grado di farli sentire bene.

La loro preoccupazione emotiva principale è quella di non dare ragioni al partner relazionale per non essere soddisfatti o delusi di loro, e rischiare così di perdere la posizione privilegiata accanto ad essi. Nelle relazioni tendono ad essere eccessivamente compiacenti, tendono a idealizzare l’altro, chiedono consigli, cercano rassicurazioni sul fatto di essere buoni amici, partner, colleghi. Cercano di diventare speciali e a volte lo fanno cercando di intuire il bisogno dell’altro e cercando di soddisfarlo preventivamente.

Se lasciati a se stessi, questi individui si sentono incapaci, hanno bisogno di qualcun altro che coordini la loro vita e le loro scelte, desiderano qualcuno  di cui essere “gregario”. Lo scopo delle loro vite è quello di mantenere relazioni accuditive e di sostegno in cui hanno un ruolo sottomesso, e sono contenti solo se riescono a sviluppare legami di questo tipo; risultano invece molto in difficoltà quando non ci riescono.

Questi soggetti hanno un buon equilibrio fino al momento in cui qualcosa non funziona nella loro relazione fondamentale (normalmente con un partner), oppure dopo un lutto o un divorzio. Anche il pensionamento può essere per questi soggetti un momento in cui il disturbo esordisce, perché li mette nella condizione di dovere affrontare l’assenza di un contesto che dà un senso al Sé attraverso le sue regole e aspettative

Disturbo dipendente di livello nevrotico e borderline

Gli individui con un disturbo dipendente di personalità si possono collocare in un punto qualunque del continuum che va dal livello di organizzazione nevrotica a quella borderline. Quando il livello del disturbo dipendente si pone a un livello nevrotico di organizzazione, il funzionamento dipendente visto sopra si manifesta con modalità non troppo gravi. Questo perché il soggetto nevrotico è meno impulsivo, conserva buone capacità di giudizio e di mentalizzazione, usa meccanismi di difesa meno primitivi. Il soggetto nevrotico riesce in assenza di un soggetto a cui approggiarsi a fare fronte, se pur con difficoltà, alla necessità di regolarsi emotivamente.

Le persone con un funzionamento dipendente di livello borderline invece, possono manifestare un importante declino delle proprie capacità di regolazione emotiva, se viene a mancare l’appoggio di un partner relazionale, e se è indispensabile per il soggetto, fare appello esclusivamente alle proprie risorse per autogestirsi. In questi casi le reazioni dell’individuo con organizzazione borderline possono essere come una specie di black out della mente: l’ansia può raggiungere livelli  elevatissimi, la persona tende a diventare impulsiva, priva di capacità di giudizio e con un senso attenuato della realtà. I meccanismi di difesa utilizzati sono di basso livello (per esempio somatizzazione o acting out). In definitiva, il soggetto dipendente con funzionamento borderline, può diventare pericoloso per se stesso o per gli altri quando viene a mancare la figura di dipendenza.

Quale è la percezione che gli altri hanno del soggetto con personalità dipendente?

Coloro che si mettono in relazione con questi soggetti tendono a percepirli in modo positivo, soprattutto se hanno una tendenza all’autofrustrazione. Essi all’inizio riescono a sollecitare nei partner tendenze di cura e protezione ed è per questo che stimolano reazioni benevole.Poi però, sempre di più cresce la sensazione di portare un peso e questo può determinare sensazioni di oppressione e irritazione.

Variante ostile del disturbo dipendente di personalità

In alcuni casi la dipendenza nei confronti dell’altro (per esempio dal partner o di un genitore) assume modalità che invece che per la compiacenza si caratterizzano per l’ostilità. Questi sono spesso definiti soggetti passivo aggressivi. Probabilmente l’aggressività che si osserva in questi soggetti è legata al sentirsi dipendenti dall’altra persona e non sentirsi in grado, allo stesso tempo, di separarsi psicologicamente da essa. E’ un aggrappamento all’altro rancoroso, carico di aggressività. E’ tipica di relazioni invischianti ove non si riesca ad attuare alcun passo verso l’autonomia e dove allo stesso tempo ci si trova a dovere preservare la relazione. Come dire: “Vorrei liberarmi da te ma non posso farlo! Sono tanto arrabbiato per questo! Ti odio!”.  Lo schema relazionale diventa allora quello di rimanere all’interno della relazione ma essere ostili e irritati con l’altro. E allora boicottarlo, giudicarlo, essere costantemente oppositivi.

Disturbo controdipendente di personalità

Ci sono soggetti caratterizzati da potenti bisogni di dipendenza, i quali vengono tenuti lontani dalla consapevolezza tramite difese psicologiche: diniego e formazione reattiva. Si tratta di una pseudo indipendenza che maschera uno stato opposto di dipendenza.

Queste persone disapprovano l’espressione dei bisogni, disprezzano ogni segno di vulnerabilità (paura, tristezza, invidia, nostalgia..), si vergognano della propria dipendenza e affermano con orgoglio di non avere bisogno di nessuno. Spesso amano descriversi come coloro di cui gli altri hanno bisogno.

Spesso hanno avuto nell’infanzia uno stile di attaccamento insicuro – evitante.

A volte c’è una qualche area segreta di dipendenza, per esempio una sostanza, il gioco, una persona o una ideologia. In certi casi possono procurarsi una malattia o un danno per avere una regione legittima perchè qualcuno si prenda cura di loro.

Ps:  Bornstein ( The dependent personality, 1993) descrive un continum che descrive la dipendenza nelle sue varie forme. Dalla dipendenza disadattiva (sottomissione) all’interdipendenza all’indipendenza inflessibile (distacco privo di relazioni).

Personalità masochiste dipendenti

Considerando che le persone dipendenti possono avere difficoltà ad interrompere relazioni abusanti, in molti casi la dinamica della dipendenza si intreccia con quella autofrustrante o masochistica. Vedi qui per approfondire.

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